La Pasqua del Lavoro

Santa Messa con i lavoratori   ·   presso l’azienda “Maglio Cioccolato” - Maglie   ·   26 Marzo 2018

Mi avvio a vivere una realtà prefigurata celebrando l’Eucarestia in compagnia di titolari orgogliosi di possedere un fiore all’occhiello, protagonista storico della realtà produttiva Magliese.

Incontro degli amici e ne conosco di nuovi che nonostante la mia riluttanza mi coinvolgono nel servizio della lettura e la vera realtà inizia a coinvolgermi. 

Ascolto la lettura del Vangelo di Marco che narra gli episodi dell’unzione a Betania e del tradimento di Giuda. Rovisto, alla ricerca di un nesso, nelle solite e giuste categorie di pensiero: rispetto al Vangelo di Matteo, qui vi è il dettaglio della rottura del vaso di alabastro contenente il profumo di puro nardo che è un rimando alla crocifissione dove viene rotto-trafitto il costato … e qualcosa viene versato: sangue e acqua: solo Gesù riesce a vedere la purezza delle intenzioni della donna e non lo spreco di denaro; né ha paura di intenzioni nascoste che gli altri sospettano.

Intanto, Giuda Iscariota è disposto a tradire Gesù perché non ha la forza del cambiamento e quindi preferisce eliminare la prova della sua debolezza…

Ho la sensazione di dover fare i conti con tasselli sconnessi e fili appesi. Ascolto per questo con attenzione l’omelia di don Maurizio Tarantino ed inizio a comprendere la chiave di lettura: è l’importanza del rapporto umano che emerge nel parallelo donna-Giuda nel confronto di cifre e valori rapportati all’epoca.

Per la donna Cristo è tutto e lo unge con ciò che ha di più prezioso; Giuda lo vende per pochi denari; anche noi spesso trascuriamo i rapporti autentici e privilegiamo quelli utilitaristici. Non è mancato uno zoom sul rapporto umano universale inciso nel nostro DNA di figli di Dio che ci dovrebbe portare all’accoglienza al di là del concetto di cittadinanza … ”la terra forse non appartiene a tutti?” ”E la nostra solitudine non è, forse,  povertà?”

Termina la Messa ma ancora non mi capacito, ho vissuto la mia realtà ma mi piacerebbe capire come hanno vissuto la realtà gli altri.

Così dopo le presentazioni di rito e le imbarazzate frasi di circostanza con alcuni responsabili dell’azienda mi intrufolo e chiacchiero con le gentili dipendenti e inizio a parlare di sana alimentazione con il titolare Maurizio; noto che esiste un rapporto aperto e un po’ canzonatorio con i dipendenti perché scherzosamente mi dice “ora mando questa ragazza da voi in Azione Cattolica visto che non partecipava ad una Messa da quasi un decennio”. Io gli dico che con quel sorriso da bambina monella (“e non sono forse quelli che ritornano bambini e “entrano” per primi?”) sarà molto creativa! Maurizio mi racconta divertito che è l’unica dipendente che viene fuori dalla produzione con il camice completamente imbrattato di cioccolato …

Sono contenta: è come essere passati dal salotto in cucina e percepisco che dietro al raffinato packaging che racchiude delizie, le citazioni del Gambero Rosso ed il premio “tavoletta d’oro” ci sono le storie di tante persone che hanno contribuito al successo di questa azienda che partendo da zero nel lontano 1875 ha creato a Maglie l’arte del cioccolato. Chiedo alle dipendenti: “Ma siete consapevoli che l’Azienda siete voi?” La più audace mi risponde che questo bisogna chiederlo al titolare … Deduco dallo sguardo intelligente e sornione di Maurizio e dalla scelta di accogliere Gesù nella sua Azienda, che ne sia perfettamente consapevole. Ai dipendenti, come ai figli, non bisogna mai dare l’impressione di saperne di più: per non fermarli nel percorso di miglioramento.

Finalmente decido di assaggiare un paradisiaco cioccolatino dal cuore di albicocca, impregnato di un liquore che evoca i matrimoni salentini di un tempo e mi sembra di sentire le risate argentine di quella giovane donna dal camice imbrattato di cioccolato.

Allora penso che il torto più grande che noi ci possiamo fare sia quello di vivere le giornate secondo una realtà prefigurata, facendo fuori a priori quella autentica, negandoci così la riconferma, come in questa inaspettata esperienza, che i veri rapporti umani creano bontà (anche per le papille gustative!) bellezza e, paradossalmente, ricchezza.

 

Angela Elia  
Presidente parrocchiale “Sant’Antonio Abate” - Maglie