Quell’orto sociale “non s’ha da fare”

“Progetto Germano”. Una storia di impegno civile (e silenzio)

C’è chi non si arrende e c’è chi si gira dall’altra parte. Chi non si arrende è la cooperativa sociale “Progetto Germano”: il suo amministratore Fabio Gifuni, del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, e gli altri amici impegnati con lui a dare speranza e lavoro, futuro e solidarietà, all’ennesimo pezzo di Calabria baciato dalla natura e ferito dagli uomini, Scalea. Comune della provincia di Cosenza affacciato sul Tirreno, amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose a seguito dell’operazione di polizia denominata Plinius (e Plinius 2), esempio emblematico della peggiore commistione tra organizzazioni criminali locali, amministratori corrotti e pezzi più o meno insospettabili delle istituzioni e della società civile del territorio.

La vicenda è presto detta, e certo non sa di novità per questa terra amara. Secondo quanto riportato da CN24TV, quotidiano on line e web TV della Calabria, nel maggio 2015, la cooperativa sociale “Progetto Germano” ottiene l’assegnazione di un terreno comunale, concesso in località Pantano di Scalea, allo scopo di creare un orto sociale (con i prodotti da destinare in parte alla vendita, in parte alle mense sociali della città e in parte da scambiare con il metodo della “banca del tempo”). Lo scorso ottobre alcuni membri della cooperativa – secondo quanto ormai ricostruito dai carabinieri della locale compagnia - sarebbero stati ripetutamente avvicinati da Saverio Valente, ritenuto dai Carabinieri esponente di spicco della criminalità locale - che avrebbe tentato di intimorirli, minacciandoli allo scopo di farli desistere dal progetto sociale. Successivamente - sostengo sempre gli investigatori - avrebbe anche allontanato dal fondo alcuni operai del consorzio di bonifica “Valle Lao” che erano intervenuti per preparare il terreno alla coltivazione.

Né Fabio né gli altri amici della cooperativa hanno però abbandonato il progetto, tanto che il Valente avrebbe minacciato più volte e direttamente Fabio facendo riferimento anche a provvedimenti che avrebbe adottato nei confronti dei Carabinieri e dei membri della Commissione Prefettizia se qualcuno avesse tentato di occupare quell’area verde. La cooperativa sarebbe stata così costretta a formalizzare un atto di rinuncia presso il Comune di Scalea. Ciò che invece è accaduto, grazie al coraggio e all’impegno civile di Fabio e di tutta la cooperativa, è l’arresto del Valente per estorsione – oggi posto ai domiciliari - mentre la cooperativa potrà continuare la sua attività.

Sembrerebbe una storia finita bene. Lo è, ma solo per certi versi. E sì. Perché quello che ferisce i coraggiosi del “Progetto Germano” è il silenzio della società civile di Scalea su questa vicenda. La totale assenza di manifestazioni di solidarietà e vicinanza. In una terra dove la ‘Ndragheta fa sentire il suo cappio infame, seminando e coltivando arretratezza e malaffare, la vicenda delle minacce alla cooperativa “Progetto Germano” è passata pressoché inosservata – come denuncia il giornalista Gaetano Bruno, direttore di Retetre Digiesse, nell’editoriale Una città muta è una città morta. «Scalea continua a sonnecchiare beata come se ciò che accade a Tizio piuttosto che a Caio non riguardasse Sempronio», dice Bruno. «Cadono nel vuoto le inaugurazione dei “parchi della legalità”, se a un episodio come quello che ha riguardato la cooperativa sociale non segue nulla: una manifestazione, un attestato di solidarietà, due righe su un social». A Scalea, partiti e movimenti si sono guardati bene dall’esprimersi in merito, denuncia ancora il direttore di Retetre Digiesse. E aggiunge una considerazione che condividiamo pienamente:«Una città che davanti a tali episodi non sente ribollire il senso di comunità e condivisone rischia di cadere dalla padella nella brace».

Non basta predicare la legalità, bisogna praticarla e difenderla. Chi si gira dall’altra parte, chi fa semplicemente finta di non vedere, è complice del malaffare e della criminalità. Noi stiamo con Fabio, con la cooperativa “Progetto Germano” e con quanto essa rappresenta. L’Italia migliore che si spende per gli altri con passione, dedizione e volontà. L’Italia che non arretra, anche quando è lasciata sola da coloro che avrebbero il dovere e il civile interesse di starle vicino.

 

di Antonio Martino - dal sito http://azionecattolica.it