Buon compleanno, Papa Francesco

Sabato, 17 Dicembre, 2016

Gli auguri dell’Azione Cattolica per gli ottant’anni di Jorge Mario Bergoglio

Mi ha spesso colpito la risposta di un prete della mia diocesi ogni volta che si sentiva rivolgere la domanda: “Quanti anni hai?”. Nella sua spiazzante simpatia, egli rispondeva: “Non lo so”. E davanti al volto stupito di chi lo aveva interrogato, continuava: “Il tempo che è passato, ormai non è più mio. E non conosco quanti anni il Signore mi darà ancora da vivere”.
Festeggiare l’ottantesimo compleanno di Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio – argentino per nascita e formazione, italiano e piemontese per radici, romano per vocazione e universale per missione – significa anzitutto fare esercizio di memoria grata, che è pure uno degli atteggiamenti che proprio il Papa più volte ci ha invitati a coltivare.
Siamo grati al Signore e a lui per questo lungo tempo di vita e per i frutti che in esso sono germogliati, maturati, moltiplicati. Per l’“odore delle pecore” che questo pastore diffonde come un profumo attraverso la sua umanità, la sua bontà, la sua capacità di ascolto e di comprensione delle vicende umane. Un profumo che emana nelle coraggiose e profetiche dichiarazioni sui grandi temi della convivenza civile come nell’attenzione al singolo, incontrato nelle udienze o raggiunto da una telefonata.
Siamo grati al Signore e a lui per la sapienza: la capacità di leggere in profondità gli avvenimenti unita alla semplicità del tratto umano, del linguaggio, dell’annuncio. È un dono dello Spirito e per questo non può che essere frutto di una preghiera prolungata e fedele, spesso attraversata – per quanto ci è dato sapere – dalle lacrime di chi condivide con compassione anche le ore più buie della storia del suo popolo.
La sapienza del cuore è il frutto, secondo la Scrittura, ottenuto da chi ha la capacità di contare i giorni. Non è facile e può sembrare irriverente dirci che la ricorrenza dell’ottantesimo compleanno è pure una circostanza nella quale sperimentare il limite delle nostre vite. I numeri sono infiniti; non lo siamo noi che contiamo, che li mettiamo in fila.
Il Papa ci ha insegnato il valore dell’avviare processi. Ne stiamo facendo esperienza. Lui stesso sente e ricorda spesso di essere inserito in un percorso che non è nato con lui. Pensiamo per esempio a quanto ha dichiarato ancora recentemente a proposito della Misericordia (a partire da quel “Gaudet Mater Ecclesia” di S. Giovanni XXIII, passando per la “Dives in Misericordia” di S. Giovanni Paolo II).
Questo atteggiamento forse rappresenta la sfida e, se possibile, il “regalo di compleanno” che ciascuno può offrire al Papa per esprimergli affetto, stima, gratitudine.
C’è un processo di riforma la cui responsabilità non è delegabile unicamente al pur straordinario carisma di Papa Francesco. Avviato con il Concilio Vaticano II, chiederà ancora tempo per compiersi; ma più ancora domanda di essere assunto da ciascun battezzato, ognuno per la sua parte di responsabilità.
C’è una conversione missionaria, auspicata da Evangelii Gaudium (cf. EG 27), che coinvolge ogni organizzazione ecclesiale (anche la nostra associazione, come stiamo insistentemente ripetendo) e che riguarda i linguaggi e pure le strutture, le organizzazioni come gli stili.
Sì: regaliamo al Papa, con tutta la convinzione possibile, questa promessa: siamo convinti che quanto sta richiamando appartiene da sempre alla vita della Chiesa perché viene dal Vangelo; che ci riguarda oggi, con slancio e determinazione; che ci coinvolgerà domani, quando sarà necessario rendere ancora più evidente lo sforzo non più di un uomo soltanto, ma di un popolo.
E come lui stesso ci chiede, regaliamo al Papa la nostra preghiera. Incessante. Perché le energie, la sapienza, il sorriso continuino ad accompagnare la sua vita finché e come Dio vorrà, così da poter ancora a lungo camminare insieme.

 

di Marco Ghiazza - Assistente centrale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi (Acr)
dal sito
 http://azionecattolica.it