Discepoli di Gesù Cristo in ascolto della sua Parola

Giovedì, 8 Dicembre, 2016

Di seguito è riportato il testo della lettera inviata dal Collegio degli Assistenti nazionali agli Assistenti diocesani dell’Azione Cattolica
 

Carissimi confratelli assistenti,

desideriamo raggiungervi nell’occasione dell’ 8 dicembre, solennità dell’Immacolata e festa dell’adesione all’Azione Cattolica. Sentiamo che questo giorno, condiviso con le nostre associazioni, può essere anche per noi un momento di grazia per rinnovare la nostra dedizione a questa porzione di Chiesa a cui il Signore ci ha chiamati. 

In questo giorno ringraziamo il Signore per l’esempio di tanti assistenti: abbiamo visto, nelle nostre visite alle regioni e alle diocesi, tanta generosità, spirito di sacrificio, amore per la chiesa e per l’associazione. Tutto questo ha fatto bene a noi e desideriamo ringraziarvi di cuore.

Anche per questo abbiamo pensato di condividere con voi una riflessione sulla figura dell’assistente di Azione Cattolica, nata a Spello nell’ultimo incontro degli assistenti unitari regionali a casa San Girolamo. La sua lettura ci potrà aiutare a camminare insieme e a rendere più salda la nostra vocazione presbiterale ed il nostro ministero dentro l’Azione Cattolica.

 

Noi assistenti siamo, innanzitutto, discepoli di Gesù Cristo in ascolto della sua Parola, come i nostri fratelli laici. Con loro viviamo il sacerdozio comune dei fedeli, nella concreta esperienza associativa. Essere assistenti è per noi una nuova chiamata, una nuova opportunità di vivere il ministero della grazia, nello stile ecclesiale della sinodalità. Sperimentiamo che il servizio ai laici e alla loro vocazione, dà compimento al nostro ministero: è un dono che ci aiuta ad andare all’essenziale. Chiamati ad una paternità generativa, nel segno della qualità più che della quantità, non vogliamo essere dei dirigenti, ma desideriamo accompagnare, incoraggiare, sostenere e, quando occorre, correggere. Vorremmo tessere e ritessere con i laici delle relazioni positive, segnate da autentica amicizia. Anche nelle difficoltà che incontrano nell’esercizio delle loro responsabilità, non ci sostituiamo ai laici, ma li vogliamo aiutare e accompagnare.

Nella situazione dei preti oggi, caratterizzata da un ministero frammentato in tanti incarichi e impegni, spesso di natura burocratica, desideriamo essere testimoni di una vita unificata intorno a Cristo e donata per il bene dei laici. Con vero senso di riconoscenza, sperimentiamo che la concreta fraternità associativa ci custodisce e ci forma come assistenti, ci aiuta ad unificare la vita e a diventare più autentici discepoli ed apostoli del vangelo. 

Dobbiamo stare attenti a non lasciarci irretire da quell’attivismo deleterio, spesso nascosto dietro una falsa generosità. Prendiamoci, invece, cura della nostra umanità e della nostra vita spirituale, nella quale trova spazio la preghiera quotidiana, l’ascolto e lo studio della Parola. Curiamo i tempi del riposo, dei pasti fraterni e dello svago. Ci sostengano amicizie discrete, rispettose e durature, soprattutto con coppie e famiglie. In particolare ci dedichiamo a preparare con attenzione i momenti liturgici, gli spazi dedicati alla vita spirituale e alla proposta formativa, sempre in comunione e collaborazione con i responsabili laici. 

 

Noi assistenti siamo apostoli di Gesù Cristo e viviamo il nostro ministero soprattutto nella cura della vita dei laici, nella dimensione umana ed ecclesiale, a partire dalla presidenza, aiutandoli a radicarsi nella vita spirituale. Paternamente e fraternamente, li accompagniamo a cercare l’essenziale. Ci impegniamo a diventare uomini di preghiera per insegnare a pregare. Ci sta a cuore la comunione interna alla presidenza e a tutta l’associazione. Ci prendiamo carico dei confitti e lavoriamo per comporli, senza permettere che degenerino in divisioni. Con la nostra stessa presenza, invitiamo costantemente al discernimento comunitario, annunciando il vangelo della misericordia per ogni errore o fragilità che emergono dall’esperienza associativa.

Ci preoccupiamo di favorire, in ogni ambito, le relazioni interpersonali; con empatia e prossimità orientiamo alla condivisione, al dialogo e al confronto. Aiutiamo a condurre all’essenziale le tante richieste di impegni e iniziative che arrivano ai responsabili diocesani. Ci dedichiamo, in particolare, all’ascolto e all’accompagnamento delle persone, con una fedele presenza in presidenza, in consiglio ed in equipe. 

 

Noi assistenti siamo testimoni di ecclesialità. Facciamo in modo che di amore per la chiesa sia impregnata la vita spirituale dei laici, che stanno nel mondo mentre stanno con la chiesa. Continuamente li aiutiamo ad allargare lo sguardo alla chiesa locale, oltre i limiti delle parrocchie e delle associazioni parrocchiali. Come inviati del vescovo in associazione, è nostro compito fare da ponte tra Azione Cattolica e vescovo, presbiterio, uffici di pastorale. Parliamo bene ai laici del presbiterio e parliamo bene di loro al presbiterio: portiamo in noi la gioia di questa mediazione, faticosa e feconda. Facciamo tutto questo annunciando la gioia del vangelo, perché la Parola di Dio sia per i laici luce per coglier la presenza di Dio nella loro vita. 

Viviamo il nostro servizio di assistenti in forma collegiale: il prete si comprende sempre come presbiterio. Il collegio assistenti, infatti, attua e concretizza il presbiterio diocesano ed è un’esperienza di comunione a vantaggio di tutta la chiesa diocesana.

Crediamo in questa Azione Cattolica e la consideriamo come una presenza preziosa e ordinaria dentro la chiesa locale e le comunità parrocchiali. Appassionati con convinzione della chiesa scaturita dal Concilio, abbiamo imparato ad apprezzare e valorizzare il ruolo dei laici nella comunità cristiana. Ci adoperiamo, inoltre, perché cresca in associazione l’esperienza dell’unitarietà e della comunione intergenerazionale. 

Ci dedichiamo, concretamente, a visitare i parroci nelle parrocchie dove c’è ed anche dove non c’è l’Azione Cattolica. Attraverso relazioni di stima e amicizia, li informiamo e li coinvolgiamo nelle proposte associative. Facciamo loro conoscere la grandezza del laicato e quindi dell’Azione Cattolica. Curiamo la relazione con il seminario, in incontri programmati e informali, magari insieme alla presidenza. Manteniamo un costante rapporto con il vescovo e con il consiglio presbiterale. Soprattutto gli assistenti unitari avranno particolare cura del collegio assistenti, con incontri regolari di fraternità, preghiera e programmazione. 

Chiediamo a tutti, in questi mesi in modo particolare, di seguire con attenzione il cammino delle assemblee, accompagnando il discernimento delle responsabilità ed il lavoro in presidenza sul documento assembleare, che può e vuole essere il modo per rendere incisiva la scelta di assumere l’ “Evangelii Gaudium” come bussola per il nostro cammino futuro. 

 

Carissimi, vi abbiamo donato parole semplici e concrete che non vogliono essere un elenco di impegni, ma desiderano porsi come l’orizzonte ideale e possibile dentro il quale muoverci con libertà, secondo le nostre situazioni. Siamo convinti che il nostro servizio di assistenti sarà tanto più efficace quanto più sapremo camminare insieme. 

Perciò vi rinnoviamo la nostra stima e la nostra totale disponibilità.

 

Buona festa dell’adesione!
Il collegio degli assistenti nazionali
don Antonio, don Emilio, don Marco, don Michele, don Tony