FARE NUOVE TUTTE LE COSE

"Gioia che si rinnova e si comunica"

Il titolo della XVI Assemblea Diocesana di Azione Cattolica racchiude in poche semplici parole quello che può essere considerato l’impegno dell’Associazione per il prossimo triennio ispirato a quello che è ritenuto il programma della Chiesa Cattolica: l’Evangelii Gaudium.

Nell’espressione Evangelii Gaudium ci sono il programma ossia il Vangelo e lo stile ossia la gioia.

Papa Francesco non scrive un nuovo programma per la Chiesa, ma ci ricorda, anche attraverso il titolo dell’Enciclica, che il Vangelo è il solo programma di ogni discepolo, di ogni cristiano e che la gioia è lo stile con cui l’apostolo è chiamato a portare l’annuncio.

Credo che in un tempo in cui le parole sono spesso abusate o svuotate di significato sia opportuno, per chi come noi crede nel Verbo fatto carne e getta ogni giorno le reti sulla Sua Parola, fermarsi sul senso e sul significato di ciascuna.

Fare nuove tutte le cose: la prima parola, fare, sottolinea uno stile dinamico, non statico (risuona ancora l’invito all’Ac fatto da Papa Francesco: mai statue da museo!), un fare però che non è attivismo, che non è il “fare di Marta” a Betania a cui contrapporre la contemplazione di Maria che “siede” ai piedi di Gesù. “Fare nuove tutte le cose” è rendere nuovo ogni gesto, ogni situazione, ogni condizione della e nella quotidianità. Quel “tutte le cose” sottolinea come niente e nessuno debba “restare fuori” dall’annuncio salvifico prima e dall’agire apostolico poi.

Gioia: è, o meglio dovrebbe essere, una categoria fondamentale del nostro essere cristiani, del nostro essere risorti nel Risorto. È la gioia straordinaria del mattino di Pasqua ma è anche la gioia di chi ogni giorno incontra e annuncia il Signore della vita. È lo stile con cui siamo chiamati ad annunciare e testimoniare l’amore di Dio, un Dio che ha scelto di farsi uomo, che attraverso il suo Figlio ha insegnato alla sua Chiesa che “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono” sono le nostre, di noi “discepoli di Cristo”.

Si rinnova: la gioia si rinnova; l’annuncio, la fede, l’Associazione si rinnovano, devono rinnovarsi ogni giorno. Il verbo rinnovare è connaturato al nostro essere battezzati e soci di Ac: il verbo rinnovare, infatti, è legato alla nostra professione di fede e, ogni anno, alla nostra adesione all’associazione.

Si comunica: la gioia dell’incontro, come le donne il mattino di Pasqua, porta a correre verso gli altri per annunciarlo. È comunione oltre che comunicazione. La gioia è contagiosa e deve contagiare, è una gioia che va comunicata e condivisa.

Fare nuove tutte le cose” è, dunque, l’impegno dell’Ac diocesana che si articola in tre prospettive indicate nella bozza di documento assembleare e che scaturiscono dall’ascolto e dalla lettura delle realtà parrocchiali: migliorare la qualità della vita associativa, rafforzare l'impegno associativo per il fine apostolico generale della Chiesa e stringere un maggiore rapporto con il territorio. Non sono un programma per l’Associazione ma nient’altro che il come impegnarsi per attuare il programma.

Perché i trienni associativi passano e si susseguono, ma il programma per ogni battezzato, quindi per ogni socio di Ac, è sempre lo stesso: il Vangelo.

 

Salvatore Marti

Vice presidente diocesano Settore Adulti