Portatori sani di amore

Il 4 luglio 1925, la Pasqua di Pier Giorgio Frassati

Caro Pier Giorgio, ci sono date, giorni, momenti nella vita di tutti che non si dimenticano. Sono come scritte nel cuore e ritornano su ai ricordi in continuazione. Senza volerlo, quasi. Senza bisogno di nessun promemoria. Questo succede per noi giovani il 4 luglio, giorno della tua morte. La ricordiamo e soprattutto in questo giorno ricordiamo la tua vita, fatta di semplicità e silenzio; “per non dare fastidio” ha scritto qualcuno di te, caro Pier Giorgio.
La tua vita, che adesso ci raccontiamo, è la bellezza di una vita vissuta pienamente. Hai fatto tutto in modo ordinario, diremmo feriale, senza particolari clamori, senza mai far passare niente di te ma facendo passare tutto di Dio, che portavi dentro.
Ci siamo resi conto però che le cose ordinarie e feriali, hanno bisogno di un cuore capace di amori straordinari, di slanci di vita incredibili, di attenzione alle persone fuori dalla normalità. Solo amando a dismisura si possono fare cose ordinarie. E di te era straordinaria la capacita di amare, di essere amico fedele, di avere occhi attenti alle persone che incontravi. Questi sono stati i tuoi miracoli già in vita e noi di questi miracoli vogliamo saziarci.
Anche noi, guardandoti e conoscendoti, vogliamo vivere la nostra vita in modo feriale, facendo bene le nostre cose, custodendo i nostri sogni e i sogni delle persone che conosciamo.
«Che enorme valore ha l’essere in salute come lo siamo noi! Perciò la nostra salute deve essere messa al servizio di chi non ne ha, ché altrimenti si tradirebbe il dono stesso di Dio e la sua benevolenza».
Vogliamo imparare a mettere la nostra salute, il nostro cuore giovane, la nostra capacità di amare al servizio di chi in questo momento sta facendo fatica. Vorremo anche essere “portatori sani di amore”, per rendere la vita dei giovani che incontriamo più bella e intensa.
Caro Pier Giorgio, tra pochi mesi inizierà il Sinodo dei Giovani e tu, scelto come “special guest”, ci accompagnerai: ti chiediamo di tenerci per mano, di rendere i nostri occhi e il nostro cuore attento all’essenziale della vita; ti chiediamo di donarci il gusto del servizio e la serietà di portare avanti i nostri sogni. Tu sei riuscito a spenderti in pienezza per gli altri ma non hai dimenticato te stesso. Ci hai fatto vedere che solo amando se stessi, possiamo amare gli altri.
Donaci ancora il gusto di una vita normale, mettici sulle labbra parole che sanno di umanità, riempici il cuore di amore straordinario, perché noi, come te, possiamo sempre camminare “Verso l’alto!”. Ti ricordiamo e tu ricordati di noi.

 

di Luisa, Michele, don Tony e i Giovani di Ac
dal sito 
http://giovani.azionecattolica.it